di Franciscus Pentagrammuli
La
prima cosa certa che conosciamo è la minaccia dell'islam radicale
dentro i paesi d'Europa.
I
governi, il francese in particolare, pur senza essere riusciti a
reagire prontamente nel catturare gli attentatori di Parigi, sono
invece stati prontissimi nella reazione culturale alla minaccia
clamorosamente mostratasi agli occhi di tutti: subito il primo
ministro Valls ha affermato di dover distinguere l'Islam dal
terrorismo, e ha ripudiato espressamente coloro che mettessero in
guardia dall'islamizzazione del paese, nella persona del romanziere
Houellebecq “la Francia non è Houellebecq”. Il giorno successivo
Hollande ha condannato “razzismo ed antisemitismo”, non una
parola sul radicalismo islamico. I musulmani sono stati invitati alla
marcia di unità nazionale di domenica organizzata dal Partito
Socialista unitamente a Sarkozy, mentre al Front National – pur
forte del notevolissimo ultimo risultato elettorale – è stata
rifiutata la partecipazione. Alla faccia della unità e della libertà
di espressione, ma, passons...
L'obiettivo indiretto del governo sembra essere di fomentare fino all'eccesso un islamismo moderato moderno giovane e repubblicano da contrapporre a quello radicale e violento, un nuovo islam europeo, “Charlislam”, capace di diventare una sorta di religione ufficiale o quasi di Francia: oltre alla corte che già Valls e Hollande stanno facendo ai ceti islamici non (ancora) violenti, si ha il caso del vecchio sindaco di Parigi Bertrand Delanoë che l'anno scorso diede una festa al municipio per la fine del ramadan, si ha il ministro dell'istruzione che in un'intervista affermò il cattolicesimo essere incompatibile alla libertà e democrazia, ed esser necessario fondare una nuova religione repubblicana, e si può vedere in questi giorni su tutti i canali televisivi di Francia l'esaltazione propagandistica di un presunto islam moderato e costituzionale, l'invito a finanziare scuole coraniche, immagini di studenti musulmani sorridenti. Analogamente, qui in Italia, abbiamo già da tempo la signora Boldrini che fa da madrina a certo islam ripulito, con tanto di visita in moschea civettuolamente vestita di abito e velo bianchi, abbiamo il tentativo di fondare a Lecce la prima università islamica del paese, abbiamo l'onorevole Chaouki che, reduce da richieste di imam e mensa islamica alla Camera dei Deputati, da partecipazioni a video rap di razzismo immigrato antitaliano, ora promette una forte reazione culturale al terrorismo (intus lege: formare un fronte islamico presentabile e coltivato).
L'obiettivo indiretto del governo sembra essere di fomentare fino all'eccesso un islamismo moderato moderno giovane e repubblicano da contrapporre a quello radicale e violento, un nuovo islam europeo, “Charlislam”, capace di diventare una sorta di religione ufficiale o quasi di Francia: oltre alla corte che già Valls e Hollande stanno facendo ai ceti islamici non (ancora) violenti, si ha il caso del vecchio sindaco di Parigi Bertrand Delanoë che l'anno scorso diede una festa al municipio per la fine del ramadan, si ha il ministro dell'istruzione che in un'intervista affermò il cattolicesimo essere incompatibile alla libertà e democrazia, ed esser necessario fondare una nuova religione repubblicana, e si può vedere in questi giorni su tutti i canali televisivi di Francia l'esaltazione propagandistica di un presunto islam moderato e costituzionale, l'invito a finanziare scuole coraniche, immagini di studenti musulmani sorridenti. Analogamente, qui in Italia, abbiamo già da tempo la signora Boldrini che fa da madrina a certo islam ripulito, con tanto di visita in moschea civettuolamente vestita di abito e velo bianchi, abbiamo il tentativo di fondare a Lecce la prima università islamica del paese, abbiamo l'onorevole Chaouki che, reduce da richieste di imam e mensa islamica alla Camera dei Deputati, da partecipazioni a video rap di razzismo immigrato antitaliano, ora promette una forte reazione culturale al terrorismo (intus lege: formare un fronte islamico presentabile e coltivato).
Si
tratterebbe di agire una secolarizzazione dell'islam, ridotto a
sistema di saggezza non eurocentrico, con innesti new age e condanna
storica dell'Europa (in quanto cristiana, colonizzatrice,
violenta...).
Nonostante
la possibilità teoretica e la probabilità pratica di un tale
processo, esso si rivelerebbe comunque fallimentare di fronte
all'islam radicale ed autentico, incorrotto: la storia ci dimostra
come le mezze vie democristiane o liberal-socialiste non siano state
altro che un preludio morbido all'affermazione di regimi comunisti ed
iperprogressivi, da Kerenskij fino al Cile e all'Italia. Per di più,
lo Charlislam sarebbe certo una religione elitaria capace di far
presa al massimo sugli europei sbalestrati pronti a convertirsi a
qualsiasi esotismo sapienziale – che sia pseudobuddista o
pseudomaomettano poco importa – e non certo sulle masse musulmane,
e sarebbe privo di una vera carica ideale da poter contrapporre alla
radicalità dell'autentico islam: altro non sarebbe che una
riedizione col turbante del liberal-ismo europeo degli ultimi
decenni, costituzionalmente incapace di contrapporsi a qualsiasi
ideale forte per quanto spietato.
E
non sarebbe risparmiato dai guerriglieri rimasti fedeli all'islam
originario, i quali non stanno esitando a far la guerra e massacrare
anche i fratelli nella fede moderati (si vedano gli accadimenti in
Siria, Egitto, Iraq...). Insomma un fallimento necessario.
Restano
dei punti insoluti, forse imprevedibili: quali sarebbero le reazioni
delle potenze extraeuropee? Gli USA forse lascerebbero agire un tale
processo, a patto di non rinunciare all'alleanza atlantica, e allora
la Russia verosimilmente si opporrebbe a questi nuovi stati
charlislamisti, magari appoggiando le destre rimaste fedeli alla
memoria europea?
Certo
dipende da chi faccia il primo passo: potrebbe essere la Russia
stessa a favorire l'islamizzazione per amicarsi i governi europei. E
i paesi del sud ed est del Mediterraneo? L'Iran?
La
Chiesa come reagirebbe? Potrebbe persino assecondare tale processo,
pro bono pacis et oecumenismi, oppure in un accesso di coraggio
decidere di chiudere i concordati?
E
le destre europee come risponderebbero? Anche considerando che la
creazione dello Charlislam richiederebbe, per integrare qualche
migliaio di musulmani moderati, un investimento di denaro in loro
favore, in scuole, posti di lavoro... Denaro che sarebbe tolto a
coloro cui già sia destinato, europei di stirpe quindi, che
reagirebbero buttandosi nella destra identitaria vedendo aggravata la
propria situazione di crisi economica e vedendosi superati nella
stima dello Stato dai “nuovi europei charlislamici”.
Di
certo questo progetto di cui si vedono i primi indizi porterà ad una
ancora maggiore instabilità politica e sociale sul lungo termine,
nonostante l'iniziale vantaggio che i governi di sinistra stanno
avendone (in questi momenti Marine le Pen stessa è rimasta spiazzata
ed in difficoltà di fronte al dispiegarsi di questa manovra), e
nonostante voglia essere un progetto di pacificazione sociale. Ma non
si può pretendere di pacificare l'Europa escludendo dalla pace
milioni di cittadini europei da generazioni. Infine secondo una
prospettiva di teologia della storia potrei sperare che tale unione
di islam e modernità produca il dissolversi di entrambi per reazione
“chimica”, ponendo termine a questi due fenomeni di contrasto al
progetto di Dio sul mondo e l'uomo e lasciando spazio alla definitiva
proliferazione del Vangelo di Cristo presso tutti i popoli, le anime,
le nazioni.
Ma
temo di essermi spinto troppo in là coi pensieri.
Dio
abbia pietà di noi e ci benedica.
Conoscete "L'osteria volante" (The Flying Inn) di Chesterton? E' perfettamente quanto viene descritto qui. ED E' DEL 1914!!!
RispondiEliminaVa letto anche per un umorismo disintossicante con cui ripartire dopo l'abbuffata di Charlie!
Sì. In privato ho avuto modo di citare quel romanzo al contempo saggio e spassoso.
RispondiEliminaPentagrammuli.