Se l’occultamento nel sacro dell’uccisione di un innocente sull’altare della pacifica convivenza sociale è opera di Satana, il suo capolavoro si compì, per un istante, sul Calvario. Già nella storia ebraica tutta l’umanità è stirpe di Caino, il fondatore della civiltà è l’uccisore del fratello innocente ma l’apice della violenza mimetica contro un essere indifeso, lo si raggiunse con il sacrificio dell’agnello più puro (o, a scelta, del giovane capro espiatorio) [38], nel realizzarsi sul Golgota dell’empio vaticinio di Caifa, degno figlio di Satana:
“Allora i sommi sacerdoti e i farisei riunirono il sinedrio e dicevano: ‘Che facciamo? Quest’uomo compie molti segni. Se lo lasciamo fare così, tutti crederanno in lui e verranno i Romani e distruggeranno il nostro luogo santo e la nostra nazione’. Ma uno di loro, di nome Caifa, che era sommo sacerdote in quell’anno, disse loro: ‘Voi non capite nulla e non considerate come sia meglio che muoia un solo uomo per il popolo e non perisca la nazione intera.’ Questo però non lo disse da se stesso, ma essendo sommo sacerdote profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione e non per la nazione soltanto, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi.” [39]
Gesù, per chi se lo fosse perso , nacque a Betlemme e crebbe a Nazareth; visse da uomo integro, fece bene e si fece volere bene, diede a Cesare ciò che era di Cesare e nessuno ebbe nulla da eccepire finché, verso i trent’anni, cominciò anche a dare a Dio ciò che è di Dio. Allora cominciò a parlare con autorità, a compiere miracoli, a rimettere i peccati e a resuscitare i morti. Venne preso, giudicato, schernito e torturato; ucciso come l’ultimo dei malfattori.
Già nella legge mosaica il popolo ebraico sceglieva due capri per il rito: il primo, di Dio, veniva immolato sull’altare, il secondo, di Satana, veniva abbandonato libero nel deserto carico dei peccati del popolo. Gesù o Barabba? Gesù e Barabba. Egli fu ammazzato per il timore del potere, politico e religioso, che la sua permanenza nel mondo dei viventi portasse ulteriore scompiglio e ribellione. Il giusto fu immolato come vittima per placare gli animi, ucciso per la buona pace e prosperità del regno dei potenti.
La violenza della folla e del governo contro di Lui saziò la brama di sangue del popolo e ristorò il desiderio di ordine delle autorità. Per una volta tutti furono d’accordo: il popolo e il governo. “Tutti erano contro di lui. […] In modo che il governo gliene voleva come l’ultimo dei carrettieri.” Gran brutto affare. [40]
Spesso si ricorda come l’atto più ecumenico della storia della Chiesa sia stato, al suo inizio, il tradimento del Maestro da parte di tutti i suoi discepoli. Nessuno escluso. Nell’ottica in cui abbiamo analizzato gli eventi, questo particolare non fu né secondario né incidentale. Anche nel caso della morte di Cristo operava, potente, quella che fin qui abbiamo definito unità mimetica, la forza che coagula tutti gli uomini contro un unico capro espiatorio.
Il Demonio, in ogni caso, è uno spirito pragmatico : non richiese necessariamente che tutti prendessero parte attiva all’omicidio, fu sufficiente che non si opponessero alla volontà popolare eccitata dalle menzogne del potere. Al Demonio bastò che gli uomini di buona volontà si accontentassero di non fare nulla, era sufficiente che si rinchiudessero per paura dei giudei in qualche sala congressi, ad ammuffire nel ricordo di quell’uomo vissuto da grande ma condannato e ucciso dagli uomini. [41]
Satana scaccia Satana e ristabilisce il suo regno iniquo. Addirittura due Vangeli su quattro ci riportano il grido di Cristo dalla croce: “Eloì, Eloì, Lemà Sabactani” che vuol dire: “Dio mio Dio mio perché mi hai abbandonato?” [42] È il momentaneo ed effimero trionfo del Demonio. [43] È il tempo in cui Pilato e Caifa divennero amici, quando i poteri di questo mondo si riequilibrarono per un attimo facendo calare una cappa di quiete e di morte sul mondo; una pace finalmente ristabilita sulla docile menzogna. [44]
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